Alda Merini, un saluto commosso ad una grande donna poeta


La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnanànna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.


Alda Merini, da "La volpe e il sipario"


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Un saluto commesso, un pensiero colmo di riconoscenza ad una donna, una eccelsa poetessa, che ha fatto dei suoi dolori, dei suoi tormenti e dei suo conflitti linfa per un meraviglioso quanto espressivo universo di parole che hanno affinato e limato molti dei nostri sentimenti più intimi.

Grazie Alda, per quello che sei stata e per quello che hai rappresentato nel panorama della nostra letteratura.
La forza, la tenacia, la personalità che hai sempre dimostrato, anche in manicomio, anche nei momenti in cui hai toccato il fondo, sono e saranno sempre un raggio di luce e riflessione che squarcia il nostro tempo.

Grazie.

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