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L’edificio reso caratteristico dalla torretta merlata è stato costruito fra il 1805 e il 1815 e porta il nome della famiglia Camurati, insediatasi a Gaggiano all’inizio dell’Ottocento.


Nel 1815, anno in cui gli Austriaci tornano a governare la Lombardia, una parte del cortile viene occupata dalla Gendarmeria, che nel 1859, dopo la battaglia di Magenta, diventa caserma dei Carabinieri Reali e tale rimane fino al 1924. La caserma era dotata anche di due celle, una per gli uomini e una per le donne e fece in tempo ad avere fra i propri militi anche un concittadino, Luigi Del Bel Belluz, detto el Barbison, poi trasferitosi nella vicina San Vito.

 

La torretta era destinata semplicemente all’uccellagione, come s’intuisce dai numerosi fori ancora rimasti nelle pareti, destinati ad attirare volatili di piccola taglia col richiamo del mangime messo all’interno e del calore contro i rigori dell’inverno. Il diametro del foro diminuisce verso l’interno e non consente al passerotto che vi è passato in un verso, di infilarsi dal verso opposto, rimanendo imprigionato nel locale e perciò facile preda del proprietario della torretta.

 

La merlatura di tipo ghibellino è quasi certamente una scelta operata dalla famiglia, fin dai primi anni caratterizzata da un atteggiamento ostile al clero, quasi per contrastare la presenza imponente del campanile.


Le pareti esterne rivolte a ovest erano intonacate a losanghe graffite, coloritura che è andata persa negli anni precedenti l’ultima guerra.


Le alte finestre del primo piano erano in origine sovrastate da lunette con i ritratti di celebri personaggi; sono andate perse quelle sul lato est (a causa della costruzione appoggiata in un secondo tempo a quella parete) e quelle sul lato ovest, mentre un recente restauro ha consentito di rendere nuovamente leggibili quelle sul lato sud che riproducono Amerigo Vespucci, Castruccio Castracani, Pico della Mirandola e Josè Garcilaso de la Vega.

 

Lungo le due sponde del Naviglio erano stati ricavati dei piccoli vani per ospitarvi i lavatoi. Ne sono esistiti 62, di cui 12 nel tratto che attraversa Gaggiano; ognuno di essi era di proprietà privata ed apparteneva al titolare dell’edificio prospiciente il lavatoio. Quello di proprietà Camurati è stato l’ultimo ad essere utilizzato.

 

Trattandosi di una casa privata, si può ammirare solo dall’esterno.

 

 

Fonte: ViviAMOGaggiano

 

 

 

 

 

Casa Camurati

 

 

  • Via Gozzadini – 20083 Gaggiano (MI) 

 

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