Una risorsa per tutti, così si può definire il Bosco dello Zerbo, fazzoletto arboreo sito nel Parco del Ticino presso il comune di Besate. Così era, almeno fino ad alcuni anni fa, quando noncuranza, lassismo e cause di forza maggiore hanno avuto la meglio facendolo praticamente sparire. Una storia millenaria, non poteva che essere così, quella dello Zerbo. Escluso l’aspetto relativo alla sua formazione, della quale non è facile scrivere in poche righe, si può descriverlo riguardo alle peculiarità storiche che ne sanciscono l’importanza.
Il suo ultimo proprietario, nonché tutore e, forse, ultimo vero estimatore fu Marcello Duca Visconti di Modrone. Egli, con lungimiranza e cura delle risorse naturali, aveva alle sue dipendenze alcuni guardia caccia/boscaioli che si occupavano della manutenzione della tenuta boschiva. È quasi superfluo ricordare che per far vivere un bosco, per far sì che cresca sano e rigoglioso occorre una pulizia continua e sistematica che permetta alle nuove generazioni arboree di crescere sane e liberate dall’oppressione di altre piante vecchie e destinate a perire.
Tornando al Duca che amava dilettarsi nella caccia, la sua tutela sulla tenuta si protrae fino ai primi anni ’70, quando la zona passa sotto l’egida del Parco del Ticino. Sono questi gli ultimi rigogliosi anni di vita per quella porzione di territorio. Cause di forza maggiore, se così si vuole chiamarle, segnano definitivamente la vita di quegli alberi. A causa dell’interramento del metanodotto Snam, avvenuto nel 1993, il corso del fiume viene deviato con conseguenze sulla flora e la fauna locale. Le modifiche rendono il greto del corso fragile e indifeso, gli argini sono artificiali e non reggono la piena del 2002 che invade il bosco. Le conseguenze sono nefaste: parte della tenuta, circa la metà, viene immediatamente distrutta, la restante porzione morirà. Se le cause dell’esondazione e della relativa scomparsa di metà del Bosco sono note, meno chiarezza circola riguardo la moria che colpirà il Bosco nel periodo successivo. Una malattia colpisce le piante della zona; il Parco del Ticino affida all’Università di Firenze uno studio a riguardo in cui emerge che i fattori scatenanti potrebbero esser stati due: la presenza di un insetto di provenienza alloctona e molto dannoso, l’inquinamento causato dall’esondazione del fiume. Ad oggi, solo ipotesi e nessuna certezza alimentano il mistero.
Tuttavia, anche grazie all’operato degli Amici del Ticino di Besate, dal 2002 la zona dello Zerbo torna a vivere. Oltre al bosco, infatti, una meravigliosa villa ed una chiesetta risalente al 1600 completano la zona. La villa, di proprietà della famiglia Ciccarelli, quelli della Pasta del Capitano per intenderci, è stata trasformata in residenza privata. Tuttavia, la sensibilità dei proprietari fa sì che la dimora possa essere visitata da chi è interessato. In particolare, ogni anno, la seconda domenica di maggio, i cittadini di Besate rendono omaggio alla Madonna dello Zerbo con una festa che apre le porte della villa e della chiesa ai visitatori.
Nel Bosco, composto da latifoglie e ampie langhe con vegetazione e fauna acquatiche, è possibile osservare o ascoltare il suono di alcuni uccelli come il picchio rosso maggiore, la cinciallegra e l'usignolo. In vicinanza dei corsi d'acqua, lungo le rive si osservano invece gli aironi , come il cenerino, la garzetta e la nitticora. Numerose poi le specie di pesci, come la trota marmorata, lo storione cobice e il pigo, che popolano le acque del fiume. Sarà altrettano facile scorgere tra gli alberi caprioli, cinghiali, scoiattoli rossi, volpi e tassi.
- Lo Zerbo 1 - 20080 Besate (MI)
- Telefono: 340 8684668
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