Se questo è un uomo di Primo Levi: maratona di lettura ad Abbiategrasso

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Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.


- Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947

 

Parole che pesano come pietra. Parole che non sono artificio stilistico-letterario ma realtà. Cruda, atroce, abominevole, vissuta da milioni di persone: perseguitate per la razza, l'idea politica, l'orientamento religioso o sessuale. La Giornata della Memoria si celebra in tutto il mondo il 27 gennaio, commemora le vittime dell'Olocausto nello stesso giorno in cui nel 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.



Tenere viva la memoria per non dimenticare, per non commettere le barbarie del passato, per restare più umani. Tante sono le iniziative in programma nell'Abbiatense. Fra queste ne segnalo una molto bella, perché coinvolge i più giovani, uomini del domani, coloro i quali saranno portavoce di ideali di rinnovata fratellanza e, si spera, armonia fra popoli.



Ecco quindi che gli studenti dell'IIS Alessandrini di Abbiategrasso danno appuntamento venerdì 26 gennaio, dalle 8.45 alle 14.15 presso la Sala Consiliare del Castello Visconteo, per una maratona di lettura di "Se questo è un uomo" di Primo Levi, evento promosso in collaborazione con l'Amministrazione Comunale.



L'opera memorialistica, scritta tra il dicembre 1945 ed il gennaio 1947, rappresenta la coinvolgente testimonianza di quanto vissuto dall'autore nel campo di concentramento di Monowitz. Levi sopravvisse infatti alla deportazione nel campo di Monowitz, lager satellite del complesso di Auschwitz e sede dell'impianto Buna-Werke proprietà della I.G. Farben.

 

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