ocaCosa cucinate per le feste? In quelle classiche come il Natale, la Pasqua o altre ricorrenze che si susseguono durante l'anno cosa vi suggerisce la fantasia? Un tempo, agli inizi del secolo scorso, quando i migliori chef erano le nonne, ogni tradizionale appuntamento aveva il suo piatto. Abbiamo già parlato di una delle pietanze simbolo della tradizione contadina: l'oca arrosto. Questa delizia, molto in voga anche oggi, era l'emblema del Natale e dell'abbondanza che, almeno per quel giorno, regnava sulle tavole lombarde.

 

Oltre al Natale, una notevole centralità era riservata alla festa del paese, spesso legata al santo patrono. Un pietanza batteva sempre la concorrenza ed abbondava sulle tavole imbandite. Era il Risott inguarnì un piatto unico a base di riso, burro, cipolla, vino, brodo, funghi secchi e panna. A questi ingredienti venivano aggiunte delle gustose polpette composte da fette di lonza, arrosto di maiale, salsiccia, prezzemolo, aglio e grana. Una prelibatezza gustosa e nutriente che faceva venire l'acquolina in bocca anche ai palati più esigenti.

 

Quello che stupisce maggiormente non è la scomparsa o il ritorno in auge di alcune ricette a discapito delle altre. La cosa che desta stupore è che alcune ricorrenze di minor importanza, che oggi sono praticamente dimenticate, avevano un loro piatto di riferimento. Parliamo ad esempio del giorno di san Giorgio, che si celebra il 23 aprile in occasione del rinnovo dei contratti del latte. Questa ricorrenza è praticamente caduta in disuso, almeno nella nostra zona, tanto che sopravvive solo in poche realtà italiane ed estere. La ricetta pensata per l'occasione era quella di un dolce, il pan meìn, che si produce ancora oggi. Lo potete trovare in quasi tutte le pasticcerie e le panetterie della zona, senza sapere che si può ricondurre al santo patrono dell'Inghilterra.

 

La vera perla, quella che davvero è scomparsa almeno dalla memoria di chi scrive, è la zuppa dei morti, nota con il termine dialettale Supòn di mort. Il riferimento è alla festa dei morti, 2 novembre, che veniva celebrata con questa pietanza a base di brodo e parti di maiale. C'era ad esempio chi aggiungeva il musino, chi la cotenna o altre parti dell'animale, ma tutti inserivano nel brodo almeno 100 grammi di lardo. Completavano il piatto i fagioli secchi, poca salsa di pomodoro, la cipolla, la verza, il sedano e la carota. Il tutto fatto bollire per circa tre ore veniva accompagnato con il pane giallo e servito con formaggio grattugiato. Un buon modo per ricordare i cari estinti, brindando e mangiando in compagnia uniti nel ricordo.

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