chiesa gudoL'intitolazione della chiesa principale di Gudo Visconti ne prova l'antica origine: il culto dei due Santi, madre e figlio martirizzati in Oriente, è già diffuso in Italia nel V secolo, di solito al seguito dei Bizantini che in molte regioni hanno avuto il controllo del territorio per tutto l'Alto Medioevo. In ogni caso, nulla resta oggi di quelle origini, ma non meno interessante è ciò che si presenta oggi ai nostri occhi: un edificio riedificato a partire dal '500, a seguito della visita di S. Carlo nel 1573.

 

La facciata è un elemento che certamente spicca per qualità e imponenza; se anche Pellegrino Tibaldi non ne fosse il progettista, certamente tibaldiana è la cultura che l'ha creata: il portale è assai vicino alla sua chiesa di S. Fedele a Milano, così l'impostazione generale con la terminazione triangolare (timpano) e i decori di riempimento, oltre alla sovrapposizione di strutture di sostegno (lesene). Il grande architetto che fra gli altri ha meglio interpretato le volontà del Cardinale Carlo Borromeo, ha probabilmente fornito un progetto per questa facciata che però appare più tarda, come si può notare dalla forma della finestra sopra il portale, dai decori curvi (volute), ma soprattutto dalla terminazione sopra la finestra centrale che è tipica delle realizzazioni del Richini, altro importantissimo architetto che ha lavorato anche ad Abbiategrasso nella chiesa di S. Bernardino. Questi elementi decorativi si trovano, in particolare, in alcun sue opere milanesi quali il portale del Seminario, il Palazzo Durini, la facciata di S. Maria alla Porta e molte altre.

 

Si può dunque ipotizzare una ripresa del disegno di cultura tibaldiana all'epoca di Federico Borromeo e completato entro il 1630, epoca alla quale si possono datare anche gli affreschi che decorano l'interno della Cappella del Battistero. Mentre infatti all'epoca di S. Carlo non esisteva ancora una Cappella vera e propria, con la visita di Federico era già stata costruita: gli affreschi che si possono ammirare mostrano un Battesimo di Cristo, Santi e il Padre Eterno nella volta. Affreschi di cultura tardo cinquecentesca, chiaramente controriformista, tuttavia interessanti per qualità e perché probabilmente erano inseriti in una generale volontà di abbellire l'intero edificio che, iniziato nel '500, era a quell'epoca incompiuto: sopra l'altare maggiore un'Annunciazione coeva agli affreschi del Battistero, in parte coperta da una finta finestra, proverebbe questa ipotesi; dunque nel '600 sarebbero stati terminati i lavori di rifacimento, ma nel '700 altri interventi hanno aggiunto stucchi e decori sia all'interno che all'esterno, nell'intento di aggiornare e uniformare l'insieme.

 

Oggi visitare questa chiesa permette di apprezzare il legame che può unire l'alta qualità architettonico-decorativa, non comune in aree rurali, alla spontanea ed antica devozione, come si può ancora vedere nell'affresco devozionale posto a lato della facciata, con la data 1668.

 

 

(Nelle foto: Facciata della chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta a Gudo Visconti e affresco devozionale del 1668 a Gudo Visconti- Foto di Domenico Iacaruso)

 

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

 

  • S. BANDERA, M. COMINCINI, Pittura ad affresco nell'Abbiatense, Abbiategrasso, 1996
  • TCI (testi di C. CORBETTA), Itinerari Alto Milanese, Milano, 2008

 

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