Quando arrivavo al fiume, a qualsiasi ora lo vedevo sempre seduto su quella panchina di fronte alla lanca intento a leggere, era un uomo anziano col il viso scavato e segnato dagli anni, ma con due occhi così chiari che riflettevano la luce riflessa dall'acqua.
Un mattino mi sedetti di fianco a lui sulla panchina, non mi degnò di uno sguardo, leggeva, leggeva senza mai distogliere gli occhi da quel vecchio libro con le parole scritte in uno strano corsivo.
Improvvisamente si rivolse a me con una domanda: "cosa sta leggendo?", io gli risposi "un libro di Dario fo, La bibbia dei villani", lui: "straordinario personaggio questo Fo", "si è vero, straordinario, ma lei cosa sta leggendo?", mi sembrò che la mia domanda quasi lo avesse turbato.
Si girò verso di me e guardandomi negli occhi di disse: "solo un libro", riabbassò gli occhi e riprese a leggere.
Anch'io mi rimisi a leggere ma non ci riuscivo, ero troppo incuriosito da quel signore così strano, ma non volevo disturbarlo oltre, rimasi in silenzio fino a che lui non si alzò e con un cenno del capo mi salutò allontanandosi. Rimasi ancora un po' sulla panchina poi me andai a casa, ma continuavo a pensare a quell'uomo, al suo sguardo ai suoi modi gentili e austeri, mi incuriosiva così mi ripromisi il giorno dopo di andare giù al fiume per poterlo rincontrare.
Passò qualche giorno prima di poter ritornare al fiume, ma al mio arrivo lui stava seduto sulla panchina intento a leggere, così mi avvicinai, lo salutai e mi sedetti a fianco. Non sapevo come cominciare una conversazione, lui stava molto sulle sue, ma io volevo parlagli ma fu lui ad anticiparmi: "mi chiamo Teso e lei?", "Giovanni io mi chiamo Giovanni" bene mi disse e si rimise a leggere. Mi venne spontaneo di chiedergli : "posso farle una domanda?" certo rispose lui, "perché viene qui ogni giorno a leggere?", lui mi guardo stupito e mi disse "perché è magnifico".
Giuanin del popolo dei pestacù - Foto e racconto di Giovanni Torti