san martino11 novembre

 

L'abbiatense Benito Bajetta, oggi apprezzato professionista, nacque alla cascina Pratograsso, nella valle del Ticino, nel 1921. Così ci ha rievocato i sanmartini della sua infanzia:

Tutto l'arredamento della casa stava su un carro. Il San Martìn avveniva con spostamenti a breve raggio, all'interno della vallata del Ticino (dalla cascina Pratograsso ci si spostava magari alla cascina Brunengo), salvo i periodi di carenza di manodopera, quando si facevano venire le famiglie bresciane e venete. Il fittabile che assumeva il paisàn si faceva carico del trasloco, mettendo a disposizione due carri coi cavallanti. Al primo carro si faceva tutto un piano di sacchi, contenenti il granoturco coltivato dal paisàn e di sua spettanza e il frumento e il riso avuti come salario.

 

Sopra i sacchi si riponeva il poco mobilio posseduto e, a chiudere il carro, si collocava immancabilmente la capunéra, la stia con i pennuti. Sull'altro carro era caricata la legna, secca e verde, di dotazione nel salario e che quindi veniva portata via per scaldare la nuova casa a cui si era diretti (o, meglio, la sola cucina, perché la camera da letto era sprovvista di camino). La moglie e i figli piccoli venivano messi sul primo carro, mentre il marito seguiva con la bicicletta per mano. Tra l'11 e il 12 novembre, le strade delle nostre campagne erano percorse da molti di questi carri, che si allontanavano con la capunéra bene in vista. Il San Martìn era un evento consueto, e tuttavia la scena era sempre un po' triste.

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