È nota l’esistenza di una chiesa a Barate attorno all’anno 1000, dedicata a Santa Maria.
Non se ne ha più notizia nel 1398, quando un documento parla solo della chiesa di S. Andrea e di un suo cimitero a forma triangolare, cintato, affiancato alla chiesa stessa.
Successivi documenti descrivono S. Andrea come una “chiesa antica” con dipinti sulle pareti.
La Chiesa di S. Andrea oggi è di grande interesse proprio per i dipinti, ma non quelli d’antica origine e d’ignoto autore, bensì per gli affreschi realizzati nell’arco di dieci anni a cavallo della guerra da don Giulio Pizzocheri (1883-1964) che è stato parroco di Barate per 48 anni.
Il sacerdote ebbe l’aiuto di Emilio Bai, piccolo imprenditore edile, che gli installò le impalcature e gliele lasciò per tutto il tempo necessario a completare l’opera. Si prestarono a fargli da modelli bambini e adulti del paese.
Gli furono ostili molti sacerdoti del territorio e anche il prevosto, che consideravano irriguardoso affidare la pittura di un luogo sacro a un dilettante.
Criticato anche per le condizioni di povertà in cui viveva, lavorando personalmente il piccolo podere della parrocchia fin che l’età glielo permise e pagando largamente i contadini a cui si dovette rivolgere dopo, don Pizzocheri fu riabilitato dal consenso che il card. Schuster espresse nel corso di una visita pastorale.
Gli affreschi coprono tutte le pareti e la volta dell’edificio. È una sorta di catechismo, illustrato attraverso diversi temi:
- Il “Credo” è il filone principale e si sviluppa – da sinistra a destra – sulle volte a vela delle navate.
- In otto lunette sono riassunte le “sette opere di misericordia corporale”, a cominciare col “dar da mangiare agli affamati”.
- Ci sono i quattro Evangelisti in altrettante lunette.
- Parabole del Vangelo si trovano in diversi medaglioni.
- Interessante anche la porticina del tabernacolo, che rappresenta l’agonia di Cristo nell’Orto, intagliata in legno dallo stesso sacerdote.
(Fonte: ViviAMOGaggiano)