ababaPosta all'incrocio fra via Cavour e via S. Anna, la chiesetta è un piccolo gioiello artistico di Motta Visconti. Un piccolo ma prezioso edificio, voluto dalla fede e arricchito dall'arte, che merita davvero una visita.

 

La semplice facciata ci racconta la sua origine popolare: una scritta sulla porta recita “O tu che passi questa via saluta la Vergine Maria. Anno MDCXXXXV”. L'edificio nasce infatti a seguito della grande devozione per un'immagine della Vergine, detta appunto “del Girone” che significa “della ghiaia (giaron)”, posta lungo la strada che da Binasco conduce alla parrocchiale di S. Giovanni Battista di Motta Visconti. Sopra la scritta devozionale della facciata c'è una piccola immagine della Vergine inserita in una elegante cornice che, come il resto della facciata, permette di collocare l'epoca dell'edificazione nel pieno seicento: l'antica cappelletta della Vergine risalente al XVI secolo venne infatti sostituita nel 1642 dall'attuale edificio in stile barocco lombardo: la facciata presenta infatti alcuni elementi tipici degli edifici della cultura richiniana alla quale si sono ispirate la maggior parte delle edificazioni seicentesche d'area milanese, tra cui, oltre a questa chiesa, S. Maria della Neve di Bareggio: leggere sporgenze e sovrapposizioni, classica compostezza cinquecentesca unita a timide sperimentazioni come l'abbondanza di cornici o le rientranze che accennano un piccolo movimento delle superfici.

 

Accanto alla facciata, lungo via S. Anna, si nota l'aggiunta settecentesca costituita da una cappella dedicata a S. Antonio e dal campanile che riprende lo stile di Francesco Croce: quest'aggiunta risale al 1756 circa, l'epoca dell'edificazione dell'altare maggiore della chiesa. Assai diverso è lo stile delle due parti: siamo passati dalla pesante razionalità del barocco lombardo alla leggera grazia del rococò; all'interno troviamo lo stesso accostamento: l'ambiente principale, d'ordine dorico, ha una copertura a volta a tutto sesto (a botte) alternata a parti con sezioni tagliate (unghie) per contenere la luce delle finestre laterali; la terminazione (coro) quadrata ospita l'altare dedicato a S. Anna, un raffinato manufatto in marmi neri e rosa, con cornici ricurve di richiamo borrominiano, simile al coevo altare dell'Addolorata di Abbiategrasso. Al centro è custodita un'immagine della Vergine bambina in braccio a S. Anna che negli abiti, nelle pose e nel drappo di fondo dichiarano un'esecuzione coeva all'edificazione della chiesa (1642-45).

 

Nel Settecento, come nella vicina S. Rocchino, i lavori di completamento hanno aggiunti alcuni decori in stucco e affresco nell'aula di culto, poi assai ritoccati, e soprattutto è stata creata la Cappella di S. Antonio,più slanciata e riccamente stuccata, con cornici tonde sorrette da angeli collegate a finestre ovali, colori chiari negli affreschi che completano l'eleganza dell'insieme giocata su delicati movimenti concavo-convessi che conducono l'attenzione alla statua di S. Antonio posta nella nicchia centrale.

 

 

(Nella foto: La chiesa di S. Anna di Motta Visconti - Foto di Domenico Iacaruso)

 

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

 

  • A. PALESTRA, Storia di Motta Visconti e dell'antico Vicus di Campese, 197
  • M. L. GATTI PERER, Barocco Lombardo. Per una definizione dell'architettura nel Settecento, Milano, 1995

 

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