affreschi palazzo stampaMaestoso e imponente si staglia alle porte di Abbiategrasso. Rinnovato, restaurato è il miglior biglietto da visita per la città. È Palazzo Cittadini Stampa, storico complesso architettonico le cui origini sono poco note. Si sa che era presente nel 1697, anno in cui abbiamo le prime tracce documentate, ma è sicuro che la sua prima configurazione risalga al periodo tra il XIV e il XV sec.

 

Se rispetto alla genesi si hanno documenti frammentari, le storie che gravitano attorno alla vita dell'edificio sono invece note, curiose e ben documentate. Sappiamo che fu uno dei luoghi di ritrovo per i valorosi che "fecero l'Italia" e che fu un sicuro approdo per chi scappava dalla cattura tedesca durante la seconda guerra mondiale. Quello che però non abbiamo ancora raccontato è il valore artistico del palazzo stesso.

 

Il restauro ha portato alla luce gli affreschi, i soffitti e i pavimenti donando alla struttura l'antico splendore. I pavimenti sono stati sostituiti con una nuova copertura simile all'originale, mentre i soffitti sono stati meticolosamente recuperati ad eccezione delle parti crollate. Gli aspetti più interessanti sono però quelli che emergono dagli affreschi che conservano l'antico splendore e meritano una descrizione accurata.

 

La sala dove si affaccia il balcone prospiciente il Naviglio Grande è una perla artistica. Il meticoloso lavoro di restauro ha portato alla luce gli affreschi originari firmati nel 1679 da Abbondio Brasca che rappresentano la più antica traccia documentata dell'età anagrafica del palazzo (i documenti del 1697 sono invece uno stralcio del testamento del sacerdote Giuseppe Cittadini). Paesaggi campestri di fantasia, villaggi fiabeschi, barche di pescatori e cieli dalle nubi allungate sono le rappresentazioni che si estendono dal pavimento al soffitto.


I paesaggi bucolici non sono i soli soggetti che abbelliscono le sale del palazzo. La stanza della musica è infatti un vero e proprio omaggio al Dio Apollo con la raffigurazione della sequenza mitologica tra il Dio delle arti e Marsia. Gli affreschi narrano della superbia di Marsia che credendosi il più virtuoso dei suonatori sfida il Dio Apollo e la sua cedra. Pur dimostrandosi abilissimo nel far suonare il suo flauto, Marsia non riesce a superare l'avversario che per punire la sua presunzione decide di appenderlo ad un albero e scorticarlo vivo. Altre rappresentazioni e altre fantasiose immagini si susseguono nelle altre stanze del palazzo e sulle antiche porte.

 

Uscendo si può accedere al cortile passando sotto l'androne del portone di ingresso. Lì si possono notare due tondi scolpiti che mostrano le effigi di due autorevoli personaggi: l'imperatore romano Tito e, probabilmente, Ludovico il Moro. Il giardino, il cui aspetto originario è stato intaccato dai restauri, è il luogo ideale per ospitare concerti ed eventi locali. Non vi sono, invece, più tracce dell'oratorio voluto dalla famiglia Cittadini al tempo della prima edificazione del palazzo.

 

 

 

  Palazzo Cittadini Stampa

 

 

  • Alzaia Naviglio Grande 14 - 20081 Abbiategrasso (MI)
  • Telefono: 02 94692464 / 453 
  • Fax: 02 94692464
  • Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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